PRESENTATO OGGI "ELEONORA, ULTIMA NOTTE A PITTSBURGH", CON ANNA MARIA GUARNIERI (foto TO®)

Non si può certo dire che a Spoleto 54 manchino le grandi interpreti contemporanee, le signore, del teatro e del cinema. Dopo Jean Moreau, Monica Guerritore, ed in attesa domani di Anouk Aimee e prossimamente di Adriana Asti, oggi a Spazio Umbria è stato presentato lo spettacolo “Eleonora, ultima notte a Pittsburgh”, interpretato da Anna Maria Guarnieri, con la regia di Maurizio Scaparro su un testo di Ghigo de Chiara dedicato alla divina Eleonora Duse.

Così è descritta la Duse nella cartella stampa dello spettacolo:

 Nasce a Vigevano, in una camera d′albergo; muore a Pittsburgh, in una camera d′albergo. È l′inizio e la fine del lungo viaggio, la lunga tournée, intorno al mondo di Eleonora Duse, figlia d′arte.
Ma l′arte sua, quella costruita con la gioia e la fatica di vivere, con la curiosità e l′ansia di conoscere, era destinata a resistere nel tempo ed a diventare mito, forse perché era un grido o un canto splendidamente e tragicamente umano (come sa essere talvolta l′arte teatrale).
Eleonora Duse recitava in giro per il mondo con coraggio, nella sua lingua, giorno dopo giorno, città dopo città, sempre attenta ai mutamenti della scrittura e dell′arte scenica. I primi amori, il cielo di Napoli, Asolo, gli incontri con Gabriele D′Annunzio e Arrigo Boito, le lettere sparse negli anni e nei viaggi, il grande affetto per la figlia Enrichetta, e poi la guerra, l′amore per l′Italia e per la sua lingua, le vittorie, la solitudine, le delusioni, le rivincite, la Parigi di Sarah Bernhardt e via via i palazzi di Pietroburgo, l′amore per Beethoven, la "crudeltà" di New York, il sole di San Francisco, la pioggia e le ciminiere di Pittsburgh, ma sempre la volontà, malgrado tutto, di viaggiare, di conoscere e di sperimentare, di tornare al suo vero amore: il teatro.

Per questo, naturalmente, "l′ultima notte a Pittsburgh" è rivissuta nel testo di Ghigo de Chiara in un alternarsi febbricitante di ricordi e di sogni, con l′eco dei testi e degli spettacoli a lei più cari, ma soprattutto con il conforto di parole scritte durante tutta la sua vita alle persone amate e a se stessa.
Ed è anche un modo per rendere omaggio oggi, a 150 anni dall′Unità d′Italia, ad una donna straordinaria come Eleonora Duse e a quello che ha significato e significa per la diffusione della nostra cultura e del Teatro italiano nel Mondo.

Si registra con piacere il ritorno a Spoleto di Maurizio Scaparro che in conferenza stampa accenna ai suoi trascorsi festivalieri citando Romolo Valli, responsabile del settore prosa ai tempi di Menotti, e gli spettacoli poi tenuti negli anni a seguire. Un segnale di rinnovata attenzione sul Festival che sembra marcare un trend che al momento ha prodotto messe in scena che hanno avuto o avranno una loro profondità di “mercato”. Così come accadrà per lo spettacolo sulla Fallaci della Guerritore, anche questo del duo Scaparro-Guarnieri andrà in trasferta a Febbraio 2012 a New York, al Café La Mama, il celebre teatro fondato dalla compianta Ellen Stewart che festeggerà in quella data i 50 anni di vita. Presente oggi a Spazio Umbria anche Andrea Paciotto la “quinta colonna” spoletina del verbo stewartiano, che con il suo La Mama Spoleto Open sta portando avanti con tenacia e costanza il progetto di spazio fringe a favore delle nuove generazioni di artisti.

Lo stesso Scaparro, spalleggiato dalla Guarnieri, conferma che al momento sono gli spazi dedicati ai giovani talenti che mancano nel teatro italiano, come anche la costituzione di compagnie fisse di giovani attori all’interno degli Stabili già esistenti.

Anna Maria Guarnieri nel corso della conferenza preferisce ascoltare, poche le parole dedicate al personaggio che dovrà interpretare, confermando che nelle prove d’attore monologante, a carattere biografico, l’identificazione e la concentrazione è tale che separarsi dal personaggio è faticoso. La Guarnieri però accenna ad un particolare che è poi stato il motore del perché l’attrice si è appassionata alla piece, “La Duse aveva una calligrafia particolarissima, che mi ha molto colpita, sghemba, sgangherata…”.

Un dettaglio che fa intravedere un intenso lavoro di analisi del personaggio e che incuriosisce in attesa dello spettacolo.

 

(Car.Van.)

© Riproduzione riservata