PUBBLICO ENTUSIASTA PER L' "ORCHETTO". TRA GLI SPETTATORI, MARIO BIONDI RE DEL SOUL JAZZ (foto I.Trabalza)

In una parola, bellissimo! Senza tanti sforzi di petto per trovare "adatte" circonvoluzioni lessicali, come si è visto spesso fare in questi giorni in altra stampa da "criptocritici" in fasce, questo spettacolo dell'Accademia Perduta-Romagna Teatri è il degno coronamento della rassegna del Teatro Ragazzi al suo esordio nella programmazione 2010 del Festival dei 2Mondi. C'era stato il sentore che questo tipo di spettacoli, a metà tra il didattico ed il fiabesco, fossero particolarmente graditi al pubblico già alla prima rappresentazione de "I musicanti di Brema", sensazione poi confermata con "La Bella e la Bestia". Ma "Orchetto" è senza mezzi termini, splendido. Ben studiato, con un testo coinvolgente, decisamente ben recitato, in una scena teatrale intrigante. Assolutamente da vedere. Ma a teatro il gusto di uno spettatore non "fa brodo", se ci passate l'espressione. E ieri sera al debutto della piece, il numeroso pubblico intervenuto all'Auditorium della Stella, ha davvero cucinato un pranzo luculliano. Applausi ripetuti per 4 chiamate alla ribalta e tantissimi "bravo" gridati convintamente. Musica per l'orecchio critico ed organizzativo ma anche per ballare sotto la luna allo scampato pericolo dei teatri vuoti.

L’Orchetto, dunque, vive con sua madre in una casa nel cuore di una foresta, lontano dalla comunità del villaggio.

"Per sfuggire all’attrazione irresistibile che prova per il sangue fresco- raccontano gli autori- dovrà affrontare tre prove, dalla cui riuscita dipenderanno la sua crescita, la sua trasformazione, la sua salvezza. Potrà così esaudire il sogno di essere accettato all’interno della comunità del villaggio".

La scelta artistica di Accademia Perduta cade su di un racconto nero e tenero, che attinge la propria ispirazione dalle fiabe popolari ed è portato sulla scena grazie alla scrittura fine ed intelligente della grande autrice per ragazzi Suzanne Lebeau. Un testo, presentato in anteprima assoluta in Italia, che è già stato rappresentato in tredici paesi in tutto il mondo e che ha avuto un grande successo, soprattutto in Francia, dove questa raffinata autrice canadese è conosciuta ed apprezzata. Claudio Casadio, Daniela Piccari e Marcello Chiarenza si confrontano con questo testo poetico, ironico e suggestivo e lo fanno proprio, con l’intento di divertire, affabulare ma anche far riflettere il pubblico dei bambini e delle famiglie. L’allestimento, creato appositamente da Marcello Chiarenza, si avvale di un utilizzo magico dello spazio teatrale, in cui gli attori si muovono con leggerezza ma anche con drammaticità ed il gioco di scena prevede un susseguirsi di piccole magie, botole che si aprono e chiudono e che suscitano nei bambini presenti la enorme curiosità di sapere cosa c'è in fondo, sotto al palcoscenico.

Un’evoluzione di continue suggestioni visive e sonore, che avvince lo spettatore, fino allo scioglimento finale.

Le musiche originali di Marco Biscarini, molto convincenti e con sonorità che richiamano a tratti le partiture melodiche di Ryuichi Sakamoto, sono appunto pensate per accompagnare un forte impatto emotivo, creano un sottofondo che sottolinea la drammaticità dei vari momenti dello spettacolo.

Nel testo c'è davvero tutto quello che serve ad un bambino, la comprensione del diverso, la tolleranza, l'amore filiale, la necessità di superare le prove iniziatiche della vita, l'equilibrio, il controllo dell'istinto naturale.

Ed è su quest'ultimo "valore" che si innesta un finale divertentissimo in cui l'Orchetto ne combina una delle sue, ma che non sveliamo ai lettori perchè convintamente invitiamo tutti ad andare a teatro.

Per una nota di colore, presente in sala il grande vocalist Mario Biondi, re del SoulJazz che si è goduto lo spettacolo attorniato da bambini ed amici. Biondi, solitamente schivo in privato ed anche sulla scena, ha accuratamente evitato di parlare con la stampa e con le televisioni, presenti in cospicuo numero, a questa attesa Prima.

Il Teatro Ragazzi è stata una intuizione "azzeccata" e sicuramente da ripetere se non altro per abituare il pubblico al di sotto dei 10 anni al fatto che ci si può divertire ed imparare anche senza tanti ammennicoli dell'ultima generazione.

 (Carlo Vantaggioli)

 

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