SPOLETO, PALCOSCENICO IDEALE PER "IL CASTELLO-PRIMO FRAMMENTO: FRIDA" DI GIORGIO BARBERIO CORSETTI (foto TO®)

Presentato questa mattina a Spazio Umbria lo spettacolo “Il Castello-Primo frammento: Frida”. Spiega il programma di sala,

“Il progetto Il Castello trae la propria ispirazione dall′omonimo romanzo di Franz Kafka, e prevede la realizzazione di un adattamento teatrale dell′opera curato e diretto da Giorgio Barberio Corsetti, che avrà la forma di spettacolo itinerante.

Le diverse tappe, o stazioni, racconteranno le peripezie di K: l´arrivo al villaggio, la conquista e la perdita di una instabile posizione, gli incontri con gli abitanti del villaggio e gli ambigui emissari del Castello.

Contemporaneamente al racconto della storia, si pensa di creare un micro-sistema di comunicazione interno basato sulla simulazione, sulla finzione. Si costituirà un sito web in cui di volta in volta si creerà una geografia immaginaria, un percorso, una specie di gioco dell′oca interattivo, con finestre che si apriranno su diversi momenti dello spettacolo, adattati alla mappa della città. Chi entrerà nel sito potrà percorrerlo come K nel villaggio, mettendosi in gioco nella ricerca, nelle piccole vittorie e nelle disfatte.”

Barberio Corsetti, descrive ai giornalisti il senso di uno spettacolo itinerante, inteso un po’ come la ricerca della via della conoscenza in un labirinto. Di sicuro l’ambientazione scelta offrirà agli spettatori un coinvolgimento che in questo caso sarà decisamente fisico e mentale. Corsetti chiarisce che la compagnia è numerosa e molto attiva, gli stessi spazi dell’ipotetico teatro, diventano insignificanti, se visti nella prospettiva del testo. L’interazione con gli attori sarà presente in molte trovate sceniche, come quelle di anagrammi o sciarade che serviranno, una volta comprese a proseguire nel cammino di conoscenza insieme a K.

Si parte da San Simone, che Barberio Corsetti, non manca di descrivere come un luogo angusto, abbandonato e preda di piccioni, parassiti, gatti randagi, polvere etc. Un luogo infausto che invece tornerà utilissimo nella gestione scenica della piece, proprio per la sua vicinanza con la Rocca Albornoziana, il Castello appunto, che simboleggia la meta finale. Molte le raccomandazioni, anche ai giornalisti molto utili in questo caso, affinchè si faccia sapere che è bene andare a “teatro” vestiti casual e con la predisposizione mentale alla conpartecipazione. Inoltre non ci saranno poltroncine comode, ma si starà seduti a terra ed in alcuni momenti dello spettacolo si assisterà anche in piedi. Una sorta di safari, che fa già presagire un discreto dopo spettacolo di chiacchiere, speriamo positive. Lo stesso M° Ferrara piazza una battuta delle sue che la dice lunga sul Festival-nuovo corso, “E’ bene che avvertiate nei vostri pezzi di questa cosa, perché al Festival, le signore vengono spesso a teatro con l’abito da sera…”. E se lo dice Giorgio Ferrara che di colori se ne intende e che da un paio di giorni indossa fantastiche camicette di tessuto stampato Jacquard (vedi foto), beh allora…

Come dice l’adagio, “spettatore avvisato…”. Da non perdere.

 

(Carlo Vantaggioli)

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